mercoledì 29 novembre 2006

Un club esclusivo?

Al rientro di Placanica in caserma, i colleghi "mi hanno fatto una festa, mi hanno regalato un basco del Tuscania, 'benvenuto tra gli assassini', mi hanno detto. Si, erano contenti. Dicevamo Morte sua vita mia, cantavano canzoni. Hanno fatto una canzone anche su Carlo Giuliani. Io ero assente, non volevo stare con nessuno, mi sentivo troppo male".

via repubblica.it

sabato 25 novembre 2006

Stereotipi.

Quando torno in Italia dopo una lunga assenza ci sono due cose che mi sorprendono sempre.
Quanto è buona la cucina italiana e quanto fa schifo Studio Aperto.

venerdì 10 novembre 2006

Il "volontariato" da sconfiggere

"E li chiamano ancora assistenti..."
E' il titolo di un articoletto apparso sul sito studenti.it, e se si riesce ad andare oltre lo stile populista con cui e' scritto si trova qualche spunto di riflessione.
Prima di tutto, senza il ricorso sistematico allo pseudo volontariato l'univerista' si fermerebbe. La commissione d'esame di cui faccio parte io e' composta da tre persone che lavorano nell'universita' (due professori ed un ricercatore) coaudivati da uno stuolo di dottorandi (5 o 6,di cui faccio parte). In pratica senza la nostra forza-volontariato (che dire forza lavoro non ha senso) per fare gli esami ci vorrebbe un tempo infinito: con noi si fanno in un solo giorno.

Non che mi lamenti: saranno cinque o sei gironi all'anno, e mi permettono di scrivere sul curriculum che sono "cultore della materia" e soprattutto a tenermi nell'orbita dell'universita'. Ed e' qui, nella seconda parte della frase, che arrivano i dolori.
Perche' questo volontariato non e' volontariato, ma il primo tassello di un accordo tacito e non limpidissimo.
La soluzione? Semplicissima.
Vietare che la'attivita' di "cultore della materia" possa essere prestata a titolo gratuito. Vietarlo, e prevedere un gettone minimo che renda questa attivita' simile ad un lavoro occasionale. Dargli la dignita' di lavoro. Bastano 50 euro al giorno.
Quanto vale rendere le cose trasparenti?

mercoledì 8 novembre 2006

Uomo avvisato...

Reazioni al Gay Pride annunciato a Geruslaemme:

"I rabbini di Edah Haredit, una corte rabbinica ultra-ortodossa, potrebbero lanciare prima di venerdì la temibile maledizione cabbalistica della Pulsa de Nura (la Scudisciata di Fuoco, in aramaico) contro gli organizzatori della Parade e contro le autorità che ne hanno reso possibile lo svolgimento, ha detto oggi il loro portavoce Shmuel Papenheim".

"La Santa Sede esprime la sua viva disapprovazione per tale iniziativa perché essa costituisce un grave affronto ai sentimenti di milioni di credenti ebrei, musulmani e cristiani, i quali riconoscono il particolare carattere sacro della città e chiedono che la loro convinzione sia rispettata".

La Repubblica.it

domenica 5 novembre 2006

Padri conto figli

Come la penso al riguardo lo sapete.
E' in corso una lotta generazionale, e i giovani non hanno uno straccio di possibilita' di vincerla.
Perche' sindacati (di pensioanti) e partiti giocano contro di loro.
Lo dice bene Scalfarotto.
Pero' sarebbe interessante andare oltre questa diagnosi, e capire come uscire da questa situazione.
Difficile, dato che i giovani non votano molto e i precari non hanno sedie al tavolo della concertazione (a meno di non considerare tra i precari quelli della scuola).

giovedì 2 novembre 2006

Chiesa omertosa

Un post sull'argomento ce l'ho in testa da tanto.
Ma la miseria morale della nostra chiesa si vede dall'omerta' che circonda i casi dei preti pedofili. Ora le Iene ci hanno fatto un servizio, e mi dispiace di non essere in Italia per vederlo.

Il cancro di Napoli

Ero ad una cena di lavoro, e a quel tavolo era rappresentata tutta l'Italia. Una o due persone per ogni regione o provincia autonoma. Non conoscendoli bene, era la prima volta che io partecipavo ad una di quelle riunioni, cominciai a memorizzare i miei colleghi con la regione di appartenenza.
Se mi ricordo bene cenai accanto a Marche, Liguria e Campania.
La cena fu piacevole, io piu' che altro mi gustavo il pesce spada e il simpatico frizzantino mentre ascoltavo la conversazione: conversazione leggera, fino a che non si comincia a parlare del divario tra nord e sud e specialmete della poverta' meridionale.
A quel punto Campania prende la parola ed espone la sua teoria: "Il male del Sud e' il Nord. Al Nord e' sempre convenuto tenere il Sud nella poverta', per avere mano d'opera a basso costo per le sue imprese. Se il Sud fosse stato lasciato libero di crescere chi avrebbe lavorato nelle catene di montaggio della Fiat?".
Nella mia incredulita' l'argomento riscosse un certo successo.
Solo qualche mese piu' tardi, leggendo un bel libro di Harrison e Huntington, riuscii a quadrare il cerchio.
E se la diagnosi di Campania fosse parte della sua malattia?