sabato 30 giugno 2007

Fenomeni sprecati: in diretta su OMB

Oggi pomeriggio a Pisa si terrà l'iniziativa "Generazione di Fenomeni", dedicata alla discussione sul futuro dei giovani tra precariato ed espatrio...

Per chi non potesse venire ale 17 alla stazione Leopolda c'é anche la diretta web (boia come siamo ganzi!) su OneMoreBlog, uno dei blog più prestigiosi della comunità italiana.

lunedì 25 giugno 2007

Verso Dublino (5)

Questo, per forza di cose è un aggiornamento in pillole. Non é cha abbia molte cose da raccontare, dato che il mio allenamento per ora si é interrotto. Questa settimana sono andato a farmi vedere dallo stregone (io lo chiamo così per gioco ma eleonora, che me lo ha consigliato, si arrabbia). Secondo lui ho la muscolatura squilibrata, ed in particolare devo sistemare le scapole prima di poter correre in modo corretto. Mi ha fatto dei massaggi (forse sarebbe più giusto dire "manovre") e la cosiddetta pranoterapia, poi mi ha dato un esercizio da fare per almeno un mese. Domani ci torno, e speriamo che serva a qualcosa.
Oggi mi aveva dato il compito di provare 50 minuti di corsa leggera:io volevo provare una mezz'ora, per non rischiare. All'inizo pareva andare tutto bene, poi verso i 25 minuti é ricominciato il fastidio all'anca e mi sono fermato. Comunque, sono riuscito a correre cinque volte di più del'ultima volta: un miglioramento così mica é da buttare via....

venerdì 22 giugno 2007

mercoledì 20 giugno 2007

Tutta la verità: cronaca di una cittadina comune nel comitato dei 45

Di Paola Caporossi*


Come rappresentante dell’APD sono stata chiamata a far parte del Comitato Promotore Nazionale costituito con l’obiettivo primario di discutere e decidere le regole per l’elezione dell’Assemblea Costituente del PD il prossimo 14 ottobre. Alla prima riunione romana, quella del 30 maggio, sono state spese quasi cinque ore – dalle 20.30 all’1,15 di notte - per analizzare la sconfitta delle amministrative, strumentalmente usata per attaccare il premier e ribadire la necessità di un leader forte del PD, ben distinto da Prodi e con l’autonomia sufficiente per smarcarsi dalla sua debole azione di governo. Il pensiero che l’argomento fosse un pò fuori tema c’è stato in alcuni, tra cui la sottoscritta, ma abbiamo continuato a sperare, sino a tarda notte, che almeno una parte del dibattito, anche solo gli ultimi dieci minuti, potesse essere riservata ad intavolare il discorso sulle regole almeno nelle sue linee di fondo. Non è andata così, e “leader forte sì, leader forte no” è stato il tormentone di tutta la serata, nonchè il motivo dei volti scuri – non perché era notte fonda - con cui Prodi, Fassino e Rutelli sono usciti dalla riunione. Unico dato importante e niente affatto scontato per una comune cittadina con l’onore e l’onere di essere presente lì, a Santi Apostoli, è stata la percezione che il dibattito fosse vero, non precostituito, appassionato e diretto, tra tutti i leader politici. Quella cittadina poteva persino illudersi che il suo intervento, articolato e motivato, venisse ascoltato e soppesato. Non poco, per chi era arrivata alla prima riunione dei 45 con il vago sospetto di dover rappresentare la tanto citata “società civile” da semplice comparsa, solo con la propria presenza fisica al tavolo di ministri, parlamentari, sindaci e governatori illustri. Devo ammettere che sono uscita da quella riunione convinta che ci fosse da ben sperare dal lavoro di questo Comitato, se il dibattito era stato sin dall’inizio così aperto e appassionato. Mi sono persino pentita per aver sospettato di essere stata chiamata ad uscire dalle file della gente comune per fare da “foglia di fico” ai partiti
L’appuntamento successivo del “Comitatone” doveva essere per l’11 giugno, con ordine del giorno: discussione sulle regole per elezione della Assemblea Costituente. Come APD abbiamo iniziato subito a lavorarci, con un metodo chiaro: chi di noi aveva competenza nel settore ha elaborato una sorta di schema di regole elettorali, ognuna motivata esplicitamente, e preceduta da alcuni principi di fondo a nostro parere non negoziabili per la costituzione del nuovo partito. Su quei principi abbiamo, poi, verificato il consenso dei nostri aderenti, con un lavoro capillare di discussione sul territorio, regione per regione, e dopo gli aderenti anche i “simpatizzanti” del PD. Per l’11 eravamo pronti con una nostra proposta e con un portale (www.primariepd.org/primarie) da offrire come strumento del Comitato per dare trasparenza e pari opportunità a liste e candidati in vista del 14 ottobre.
La riunione, però, è stata spostata al 18 giugno. E allora abbiamo approfittato del maggior tempo a nostra disposizione per allargare via e-mail il dibattito sulla nostra proposta di regole e sul portale delle primarie. Risultato: in pochissimi giorni siamo stati tempestati di migliaia di e-mail di adesione alle regole ad anche di sostegno per il lavoro della mia persona all’interno del Comitato. Il sito delle primarie, poi, nelle prime ore on-line ha avuto picchi di un migliaio di visitatori, di fatto senza alcuna forma di pubblicità se non quella del passa-parola. Perché la cosa non sembrasse di parte, abbiamo anche organizzato una conferenza stampa in cui regole e portale potessero diventare di dominio pubblico, leggibili e valutabili anche dai 44 (più la sottoscritta) che si sarebbero riuniti dopo pochi giorni. Chi non avesse preso parte alla conferenza, poteva sempre leggere e aggiornasi sul nostro sito.
Il 18 giugno la riunione era convocata per le 15. Si è visto subito che il clima era diverso dal 30 maggio: incontri in stanza chiuse a due o tre; volti sereni e sguardi fin troppo amichevoli tra Prodi, Fassino e Rutelli, gli stessi che alla riunione precedente avevano evitato accuratamente di incrociarsi anche solo con lo sguardo; battute e risate in grande allegria; assenze illustri, come quella di D’Alema e Bersani (oltre a Gad Lerner che non è mai venuto, o Tullia Zevi) e partenze precoci come quella di Amato (“torno a fare il ministro”), Dini, Veltroni. La riunione è iniziata alla 16 circa. Ci è stato distribuito solo allora un decalogo di regole con un regolamento concepito dai tre saggi presenti (Vassallo, Ceccanti, Biasia), filtrato dai tre coordinatori Soro, Barbi e Migliavacca.
Quest’ultimo ha illustrato il documento, mentre i pochissimi che non lo conoscevano già si affrettavano a leggerlo almeno per sommi capi. Alle 16,30 è iniziato il dibattito, con una premessa tassativa che alle 18,15 la riunione doveva chiudersi. Poiché 105 minuti diviso 43 presunti iscritti a parlare (Prodi e Migliavacca avevano già parlato) in matematica fanno 2,5 minuti per ogni singolo intervento, è stato concordato che era troppo poco. Pertanto, la Presidenza ha concesso 3 minuti. Le domande che logicamente che ne conseguono sono: 1) Perché la volta scorsa, in cui di regole non si è parlato, non è stato posto alcun limite alla durata della riunione, che oltretutto era di notte (con obbligo di pernotto per chi non vive di politica, né a Roma, e deve pagarsi un albergo nonchè chiedere un ulteriore giorno di permesso a lavoro)? 2) Se il Comitato è stato pensato per fare delle buone regole, come si può pensare che le medesime vengano: a. presentate all’inizio della riunione, b. dibattute con 3 minuti di intervento ciascuno, c. decise dopo due ore?

A chi, come la bravissima Rosy Bindi, ha chiesto di ricevere prima, come civilmente e democraticamente si fa in questi casi, i documenti per email e di programmare la decisione finale su di essi entro una settimana con un ultimo incontro, è stato risposto: a) non si poteva uscire dalla riunione dicendo che non si è ancora deciso nulla. E’ stato allora suggerito che sarebbe bastato dichiarare alla stampa che il documento era stato distribuito, che c’era l’accordo di massima sui principi, e che il dettaglio sarebbe stato deciso più approfonditamente entro una settimana. Suggerimento di grande serietà in cui ne avrebbe guadagnato l’immagine di credibilità del Comitato.
Ma il suggerimento è caduto nel nulla. b) a chi ha obiettato che almeno non si parlasse di unanimità del Comitato, è stato gentilmente ricordato che “in quell’organismo non si è chiamati a votare”. E allora come può fare il cittadino a sapere come sono andate le cose, e soprattutto “chi” ha detto “cosa”? Un’ulteriore riunione del Comitato sarà convocata tra una settimana, ma solo per salvare una parvenza di decenza: in realtà, la vera volontà di molti autorevoli esponenti di partito era quella di votare per email il documento. La farsa non è ancora finita, si tratta di capire chi avrà ancora voglia di fare la comparsa. Nessuno era così ingenuo da pensare di poter condizionare le scelte dei partiti, vivi e forti più che mai, ma almeno partecipare ad un dibattito vero, questo sì, lo pretendevamo da un partito che si spaccia per “nuovo”.
Questa è la cronaca delle modalità di svolgimento del dibattito sulle regole elettorali per il PD. Sul contenuto ci sarà molto da dire e molto da spiegare, ma l’APD intende prima confrontarsi al proprio interno e sul territorio, come ha sempre fatto. Solo dopo diremo la nostra posizione, con chiarezza e trasparenza. Questi due principi non sono per noi negoziabili. Ad alcun livello.

* Associazione per il Partito Democratico

Un appello quasi disperato

L'ho scritto io a due liste che vogliono concorrere alle primarie per l'Assemblea Costituente del PD, quelle che si terranno il 14 Ottobre.
Ci sono delle belle persone lì dentro, ma non si accorgono che andando divise vanno al massacro e perdono l'occasione per cambiare l'Italia.
Forza ragazzi, non é troppo tardi.

martedì 19 giugno 2007

D'Alema e La Stampa: l'arroganza del potere

In genere, durante le trasferte del Ministro degli Esteri, ai giornalisti é offerto un passaggio sul volo di Stato. Succede che ad un certo punto, esattamente dopo che la Stampa ha pubblicato delle indiscrezioni su un presunto conto estero di D'Alema, il giornalista del quotidiano torniese viene sistematicamente lasciato a piedi.
Il botta e rispsota tra Farnesina e La Stampa é copiato qua sotto: a voi le conclusioni.
Per me, come suggerisco nel titolo, la diatriba tra D'Alema e La Stampa è indicativa del modo arrogante con cui D'Alema gestisce il potere. Le notizie false si smentiscono in pubblico, non si mettono a tacere con ritorsioni private.


DA Aprileonline.info

16 giugno 2007
Costi della politica
Non cenna a placarsi la polemica sui "voli di Stato" scoppiata tra il Ministro degli Affari Esteri e il quotidiano torinese La Stampa. Oggi, il botta è risposta a suon di note ufficiali. Un carteggio fatto di precisazioni e contro precisazioni


Non cenna a placarsi la polemica sui "voli di Stato" scoppiata tra il Ministro degli Affari Esteri e il quotidiano torinese La Stampa. Oggi, il botta è risposta a suon di note ufficiali. Un carteggio fatto di precisazioni e contro precisazioni.
"In relazione alla nota diffusa dalla Federazione Nazionale della Stampa sulla vicenda dei passaggi aerei concessi ai giornalisti, la Farnesina si dice sorpresa dal tenore dell'articolo pubblicato venerdì dal quotidiano La Stampa ('Voli di Stato'), e ritiene necessario fornire informazioni corrette sui criteri seguiti, in spirito di trasparenza, per la concessione di passaggi aerei ad operatori dell'informazione in occasione di missioni del Ministro degli Esteri".
Al riguardo, la Farnesina fa notare che: "I voli di Stato sono riservati alle Autorità della Repubblica, nel caso specifico al Ministro degli Esteri ed alla sua delegazione ufficiale.
La consuetudine di consentire a rappresentanti della stampa di usufruire dei voli di Stato per seguire visite all'estero del Ministro degli Esteri si basa, come avviene per la maggioranza dei Paesi occidentali, su considerazioni di cortesia, qualora vi siano posti disponibili a bordo (in genere non più di 10-15), e non può ovviamente configurare alcun diritto.

La nota ufficiale del Ministero degli Esteri fa poi osservare che in alcuni Paesi, come ad esempio gli Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Giappone, tali passaggi sono accordati dietro pagamento di una quota corrispondente mediamente al costo del biglietto aereo, mentre nel caso dell'Italia sono stati sinora concessi a titolo totalmente gratuito, proprio per favorire un'informazione pluralista e ampia su temi di politica estera.

Il Ministero degli Esteri si attiene, nella scelta dei rappresentanti della stampa, a criteri dettati dalla diversificazione (agenzie, mezzi radio-televisivi, carta stampata) e di alternanza dei media (a partire dal giugno 2006, passaggi aerei sono stati concessi a testate di matrice assai diversificata, in un ampio raggio di orientamenti che va dal "Giornale" all'"Unità"). La Farnesina è peraltro consapevole che ogni criterio può essere migliorato, ma rivendica con ferma determinazione l'impegno profuso per garantire una rappresentanza articolata della stampa.

Inoltre vengono valutati di volta in volta criteri connessi alla difficoltà del luogo da raggiungere, alla complessità degli spostamenti interni (ad esempio, tragitti che prevedono il ricorso a velivoli militari), all'eventuale presenza di corrispondenti sul posto.

In ogni caso il Ministero degli Esteri, qualora non sia possibile assicurare a tutti i richiedenti il passaggio aereo, e proprio per garantire a tutti il diritto di cronaca, assicura a tutti i rappresentanti della stampa italiana che comunque si trovino o si rechino all'estero con propri mezzi per seguire una visita del Ministro degli Esteri tutta l'assistenza fornita dalla nostra rete diplomatico-consolare, con particolare riferimento agli accrediti ed alla partecipazione a conferenze stampa congiunte o a incontri con la stampa nazionale.

Alle recenti missioni del Ministro degli Esteri ad Ankara ed a Belgrado e Pristina hanno partecipato, in base ad un principio di rotazione, testate assai raramente presenti, peraltro particolarmente attente alle questioni dell'area mediterranea e balcanica, come 'Il Mattino' e il 'Quotidiano Nazionale' (gruppo 'Il Giorno', 'La Nazione', 'Il Resto del Carlino') o che addirittura mai sinora avevano preso parte ad una visita del Ministro D'Alema all'estero, come la 'Gazzetta del Mezzogiorno'.

Lungi da essere oggetto di qualunque forma di discriminazione, l'inviato de La Stampa ha al contrario sinora abbondantemente e con altissima frequenza (più del 90% dei casi) usufruito di passaggi aerei su voli di Stato (e ciò accadrà anche in futuro, come ben sa la direzione de La Stampa), talvolta anche sulla base di precise richieste, anche quando ciò non era previsto per nessun altro dei suoi colleghi (per esempio, da ultimo, da Venezia in occasione della recente riunione del Consiglio per le Relazioni tra Italia e USA) e sulla base di considerazioni di cortesia.

Si ricorda in particolare che il 14 agosto 2006, nel pieno della crisi tra Israele e Libano, l'inviato de La Stampa a Beirut, dietro insistente ed accorata richiesta della Direzione, fu accolto a bordo del volo di Stato, e ciò comportò la decisione, assunta dallo stesso Ministro degli Esteri per considerazioni di umana comprensione, di non includere nella delegazione uno dei suoi più stretti e qualificati collaboratori a motivo della limitatezza dei posti disponibili".

Questi - conclude la nota della Farnesina - i dati di fatto.
"Ogni altra considerazione di carattere polemico e strumentale contenuta nell'articolo de La Stampa non corrisponde affatto alla politica seguita dalla Farnesina su tale argomento, gestito a livello tecnico direttamente dal Servizio Stampa e Informazione del Ministero degli Esteri, che rimane a disposizione per eventuali ulteriori approfondimenti sul tema. Al riguardo, alla Farnesina è in corso da tempo una seria ed accorta riflessione per riorganizzare e migliorare la prassi sin qui seguita, anche alla luce degli orientamenti adottati dai principali Paesi occidentali, e pertanto ad ogni costruttivo contributo che la Federazione Nazionale della Stampa vorrà fornire al riguardo non si mancherà di riservare puntuale attenzione".

Tutto chiaro, dunque. Tutto secondo le regole e nessuna discriminazione? A leggere la controreplica de "La Stampa" , qualche dubio, in effetti resta: "In relazione alla nota della Farnesina sui voli di Stato - si legge in un comunicato del quotidiano torinese - prendiamo atto dei criteri che il ministero dice di osservare. Tuttavia precisiamo che: 1) venerdì 8 giugno, due giorni dopo la pubblicazione su La Stampa dell'articolo "D'Alema e i veleni del conto segreto", l'inviato Emanuele Novazio che solitamente segue le trasferte del ministro degli Esteri, ha chiesto al dirigente responsabile se fosse previsto che i giornalisti viaggiassero sull'aereo del ministro durante la trasferta ad Ankara del lunedì successivo.
La risposta testuale è stata: "Mi spiace ma per te non ci sarà posto. Niente di personale, ma il ministro vuole mandare un messaggio al tuo giornale". Alla richiesta di spiegazioni il funzionario ha fatto riferimento all'articolo citato e ha aggiunto di essere rammaricato "della spiacevole situazione".
2) La sera di martedì 12 Novazio ha ricontattato il dirigente in questione, chiedendo se nella trasferta del giorno successivo in Kosovo e Serbia i giornalisti avrebbero trovato posto sull'aereo sul quale viaggiava D'Alema. Risposta, anche questa testuale: "Certo che li portiamo, ma per te vale il discorso che ci siamo fatti la scorsa settimana". 3) Venerdì 15, giorno della pubblicazione su La Stampa della nota "Aerei di Stato", nella quale si raccontava della doppia esclusione di Novazio, il giornalista ha ricevuto due sms dal dirigente del ministero. Il primo, alle 7,15, diceva: "No comment". Il secondo, delle 15,45, era meno laconico: "Adesso non mettetevi a fare altro clamore altrimenti come Farnesina dovrò pronunciarmi seccamente".
Novazio rispondeva che, a quanto ne sapeva, il giornale aveva detto ai suoi lettori come erano andate le cose e che, quindi, non c'era ragione di andare avanti con la polemica. Pochi minuti dopo il giornalista riceveva una telefonata di un funzionario dell'Ufficio stampa del ministero che gli chiedeva: "Stiamo preparando la trasferta in Sud Africa dal 9 al 13 luglio. Ti interessa?".

C'è solo da aggiungere - conclude la nota de 'La Stampa' - che i nomi dei funzionari in questione e gli sms sono ovviamente a disposizione del ministro D'Alema e della direzione generale del ministero degli Esteri qualora volessero approfondire".

lunedì 18 giugno 2007

Alla deriva

Tra poco smettermo pure di augurargli tutti i mali possibili, e cominceremo ad averne persino tenerezza.

domenica 17 giugno 2007

Verso Dublino (4)

Forse questo post avrebbe dovuto chiamarsi semplicemente "Verso Dublino?".
Questa settimana, per non perdere l'allenamento, ho fatto un po' di mountain bike (ah, sempre bello), ma oggi non ho resistito alla tentazione e ho provato una piccola sgambata...
Niente da fare, il fastidio all'anca é subito venuto fuori. In settimana mi farò vedere da un esperto, per capire cosa ho e se posso guarire in fretta.
Niente paura, vi terrò aggiornati appena ho qualche novità: e questa settimana, per tenermi in forma, ritornerò in piscina!

giovedì 14 giugno 2007

Doppia marchetta

Volevo segnalare due cose interessanti fatte da due amici: poi le volevo anche commentare, ma mi pareva di scrivere una marchetta esagerata. Così mi limito a segnalare che Paola Caporossi, una dei 45 del comitato nazionale per il PD, ha scritto una sua presentazione al pubblico dove dice alcune cose in cui mi rispecchio (quasi) totalmente.
Alberto Vannucci, valente politologo, ha avuto il culo pazzesco di avere pronto un libro sulla corruzione in Italia, scritto a quattro mani con Donatella della Porta: si chiama "Mani Impunite". Esce domani, e con l'aria che tira potrebbe fare cassetta.

Poveri vitelli messicani

Confessione tardiva di Fournier, vicequestore della squadra mobile di Roma ai tempi del G8.

"Arrivato al primo piano dell'istituto - ha detto - ho trovato in atto delle colluttazioni. Quattro poliziotti, due con cintura bianca e gli altri in borghese stavano infierendo su manifestanti inermi a terra. Sembrava una macelleria messicana".
"Sono rimasto terrorizzato e basito - ha spiegato - quando ho visto a terra una ragazza con la testa rotta in una pozza di sangue. Pensavo addirittura che stesse morendo. Fu a quel punto che gridai: 'basta basta' e cacciai via i poliziotti che picchiavano", ha raccontato ancora Fournier.

Via repubblica.it

lunedì 11 giugno 2007

Ultimatum

Se i senatori non accettano le dimissioni di questo matto irresponsabile qui bisognerà fare la rivoluzione.
Il simpatico senatore ha finto un malore per farsi trasportare da un'ambulanza fino allo studio di LA7, aggirando così il traffico di Roma. E sottraendo abusivamente un'ambulanza con medico a chi invece poteva averne bisogno. La parte più imbarazzante del video qua sotto sta nelle facce degli altri ospiti, che lo ascoltano senza trovare il coraggio di mandarlo nel posto che merita.

Verso Dublino (3)

E alla fine arrivano i problemi...la settimana appena trascorsa non é stata delle più brillanti. Già sapevo che non avrei avuto molto tempo per allenarmi (non ho trovato neanche il tempo di scrivere altri post sul blog!) ma é sorta anche qualche altra piccola complicazione.
Nelle due blande uscite di questa settimana ho accusato un lieve fastidio all'anca destra...dopo mezz'ora di corsa comincia a farmi male, e vorrei evitare di peggiorare la situazione. Tutto in realtà era cominciato negli ultimi dieci minuti del mio primo lungo da due ore: avrò esagerato? Questa settimana niente corsa: mi dedicherò al cross-training (nuoto e bici) per non perdere l'allenamento, e speriamo che il doloretto passi! Altrimenti bisognerà "correre" ai ripari...

lunedì 4 giugno 2007

Verso Dublino (2)

Per adesso sono tre le settimane di allenamento: il programma che ho deciso di seguire consta di tre sedute di corsa settimanali, a cui sarebbe bene aggiungere alcune sedute di cross-training (altri sport...).
I programmi di allenamento classici prevedono quattro o cinque giorni di corsa alla settimana, che per me sono davvero insostenibili. Per fortuna che il "Furman Institute" ha inventato un programma (si chiama FIRST) per gli sfaticati come me!
La tabella "FIRST" prevede una seduta sulla velocità (ripetute), una di corsa a velocità medio alta e una di corsa lunga e lenta. A regola ognuna di queste sedute andrebbe corsa ad una certa velocità, ma io preferisco lasciare perdere il cronometro e far riferimento al solo cardiofrequenzimetro.
In tre settimane già comincio a sentire delle trasformazioni: per esempio, le mie pulsazioni a riposo sono calate da 54 a 44. E riesco a correre due ore senza stare troppo male...Peccato che la scorsa settimana, e anche la prossima, sarò così impegnato da non poter fare più di due allenamenti!