domenica 27 aprile 2008

L'aereo invece è alluminio lucente...


Ci vediamo tra una settimana!

mercoledì 23 aprile 2008

Pacta sunt servanda

Mi sono fermato in tempo.
Ho detto che non passerò cinque anni a rincorrere le intemperanze
verbali di Berlusconi e manterrò fede all'impegno. Lui lo fa apposta,
così perdiamo tempo a commentare il folklore e non guardiamo le cose
importanti.
Mi sono fermate in tempo, ma non è difficile immaginare che cosa stavo
per segnalarvi...

martedì 22 aprile 2008

Dal nostro inviato al dormitorio pubblico



Un ex barbone torna in strada per un giorno, e racconta la disperata ricerca di un posto letto. Che si perde nella burocrazia.

mercoledì 16 aprile 2008

We could not: riflessioni su una sconfitta

Il partito democratico si sposta a sinistra ma arretra al centro, perdendo qualcosa rispetto alle sue componenti del 2006. I voti della sinistra arcobaleno vanno invece all'astensione, al PD, all'Italia dei valori e persino. Dall'altra parte il popolo delle libertà perde, poco, a favore della lega e della destra. La lega, il partito più premiato di questo 2008, raccoglie un po' di scontenti di AN ed in alcune zone del nord fa il pieno di comunisti e verdi. Per finire, l'UDC guadagna qualche voto a sinistra (ex margherita?) ma ne perde di più alla sua destra, ad opera del PdL.

Se questi sono i flussi, le elezioni sono spiegabili in sole due mosse:

  1. tutti partiti perdono qualcosa alla loro destra, compreso il Partito Democratico
  2. alcuni voti della sinistra alternativa hanno fatto il giro di tutto lo spettro politico e sono finiti alla Lega Nord.

Il baricentro della politica italiana di sposta molto a destra, per il collasso della Sinistra Arcobaleno e per l'incapacità del PD di conquistare i voti dei moderati.

Ma perché la magnifica campagna elettorale di Veltroni non ci ha fatto guadagnare un solo voto? Le ragioni sono due, una ha a che fare con i limiti della nostra elaborazione politica, la seconda riguarda un deficit di credibilità che ancora, comprensibilmente, scontiamo. Al ceto popolare, i lavoratori non specializzati e quelli delle imprese sottoposte alla concorrenza straniera, non abbiamo molto da dire. Le nostre parole d'ordine (liberalizzazioni, concorrenza, meritocrazia) sono ascoltate con paura, come fossero minacce, dal vasto gruppo dei “perdenti della globalizzazione”, cioè quella parte del paese che vede peggiorare la propria situazione a causa della sempre più libera e facile circolazione delle merci, dei capitali e delle persone. Per loro la globalizzazione non comporta un ampliamento delle possibilità di scelta, ma piuttosto una diminuzione del benessere, minacciato da un mercato del lavoro precario e asfittico e da una crescente competizione con gli immigrati per l'accesso ai benefici del welfare.

Questo largo settore dell'elettorato guardava alla sinistra arcobaleno, che è scomparsa dal parlamento perché non ne ha saputo interpretare bisogni e paure. Il Partito democratico sembra costituzionalmente e culturalmente incapace non solo di dare risposte credibili, ma anche di capire e riconoscere questi bisogni come reali.

Al centro non abbiamo sfondato; al contrario, la nostra base di consenso si è probabilmente erosa. Ci siamo presentati con un vestito moderno e attraente, tagliato su misura per gli elettori del ceto medio “riflessivo”. Abbiamo promesso di abbandonare l'egualitarismo per abbracciare la meritocrazia, di non esser più dirigisti ma liberali, decisionisti e non più assembleari. Abbiamo la ricetta giusta per questi elettori, ma non ancora la credibilità per proporla. Il programma del PD è stato scritto da Morando, che fino all'anno scorso era il leader della più piccola delle minoranze dei DS. Come è possibile, si saranno chiesti in molti, una conversione così rapida? Non sarà forse troppo repentina per essere penetrata nelle fondamenta, e non solo nella facciata, di questo partito?

Il partito democratico è fatto di militanti, classe politica locale e nazionale. Gli anni di opposizione che ci attendono chiamano tutti noi ad un grande lavoro comune: sui territorio dobbiamo capire e raccogliere la voce dei cittadini, i bisogni di chi si sente in difficoltà. Mettiamo una regola però: se ad una nostra riunione più di metà della stanza è occupata da professori universitari e funzionari pubblici ci aggiorniamo alla settimana successiva. Per statuto. Nelle città e nelle regioni dove abbiamo responsabilità di governo dobbiamo dimostrare che liberalismo, meritocrazia e capacità decisionale sono virtù che ci appartengono oggi, e non ideali a cui tendere un domani. Alla classe politica nazionale spetta il compito di fare un'opposizione propositiva, dura nella critica e capace di indicare un progetto per questo paese. Un progetto che infonda speranza e sicurezza, che non ignori la paura e la stanchezza del paese ma che gli mostri che la via d'uscita passa dall'unione di legalità e solidarietà.

martedì 15 aprile 2008

Tanto per dire

Certo che avere imbarcato radicali è stata proprio una gran mossa.

lunedì 14 aprile 2008

Per adesso ...

...vi basti un commento: Abbiamo preso una scoppola micidiale.
Analisi più approfondite non appena mi passa la sbornia.

domenica 13 aprile 2008

Problemi con le Unità

"L´Italia vota e sceglie il suo futuro. Lunedì alle 15, orario di chiusura dei seggi, inizierà lo spoglio dei voti. Le regioni che faranno la differenza, con ogni probabilità, saranno soprattutto quattro: Liguria, Lazio, Abruzzo, Sardegna e Calabria."
unita.it

sabato 12 aprile 2008

Buon voto

a tutti i lettori dell'Osteria.

giovedì 10 aprile 2008

"Il Giornale" mi censura

Che "Il Giornale" fosse un quotidiano schierato politicamente a favore di Berlusconi, visto che lo stesso Berlusconi ne e' proprietario, credo non sia una sorpresa per nessuno.
Se pero' vi dicessi che il suo blog online mi ha ripetutamente censurato? Cioe', in uno spazio dichiarato pubblico, i miei messaggi scomodi non vengono mai pubblicati. Scientificamente.
In calce ad ogni articolo pubblicato c'e' lo spazio "commenti", dove si apre un forum tra i lettori, che teoricamente commentano la notizia o l'editoriale.
Bene, oggi ho deciso di iscrivermi a "Il Giornale" on line, e ho prontamente ricevuto user name e password.
Forte della mia nuova memership ho cominciato a scrivere commenti (evidentemente scomodi) su un paio degli articoli di prima pagina. Quando si invia un commento, una finestra si apre e dice che il forum e' moderato dalla redazione, e quindi i commenti offensivi non verranno pubblicati.
I miei commenti non erano affatto offensivi, ma chiedevano un'opinione sul fatto che tutti i piu' grandi giornali esteri si fossero schierati con Veltroni, e contro Berlusconi.
Bene, passano i minuti e i quarti d'ora, e i miei commenti non appaiono. Una o due ore dopo l'invio, moltissimi altri commenti erano stati pubblicati, ma i miei niente.
Riprovo con commenti simili ad articoli diversi, nessuna publicazione.
Per levarmi il dubbio del problema tecnico, scrivo allora un commento del tutto neutro, sulla questione Alitalia. Dopo pochi minuti, eccolo li', pubblicato in bella vista.
Leggendo i commenti pubblicati, questa e' la mia teoria: se il commento e' Berlusconiano, il Giornale lo pubblica immediatamente. Siccome qualche timida voce avversa bisogna pure pubblicarla, ecco che i commenti contro vengono filtrati. Ne passano pochi, e non particolarmente scomodi o acuti. Gli altri, che potrebbero creare un dibattito vero, si perdono per qualche motivo nelle vie dell'etere. Provare per credere.

mercoledì 9 aprile 2008

Oggi si brindava...

Nel mio piccolo sono stato testimone di una delle più clamorose falsificazioni messe in atto da Berlusconi nella sua campagna elettorale. Lo avete mai sentito citare uno studio dell'università di Siena secondo il quale il suo governo avrebbe realizzato l'80% del programma?
Quella ricerca l'hanno scritta alcuni colleghi del dipartimento in cui lavoro, e non dice affatto quel che Berulsconi sbandiera ai quattro venti.

Oggi, dopo tanto, troppo tempo, qualcuno del PD si è letto il rapporto e ha imbeccato Veltroni. Che durante la registrazione di Porta a Porta ha spiegato come stanno le cose.

Da questa storia si traggono comunque alcuni insegnamenti:
1)Berlusconi è un ballista
2)I giornalisti italiani sono degli zerbini umani. Infatti hanno accettato come oro colato le affermazioni del Cavaliere senza mai controllarne la veridicità (c'è stata un'eccezione in realtà, ma non se la è flata nessuno)
3)Lo staff di Veltroni non brilla in quanto a reattività: ha impiegato almeno un mese per risolvere la faccenda. Non bisogna dimenticare che il segretario del PD era già stato impallinato una volta a Porta a Porta con questo argomento e non aveva saputo come replicare.


Round finale da Porta a Porta: Walter Veltroni mercoledì sera presenta da Bruno Vespa i 12 disegni di legge che il Pd si impegna a esaminare durante il primo Consiglio dei ministri. È «un fatto di serietà», spiega Veltroni, che non ha niente a vedere con il Contratto con gli Italiani che nel 2001 Berlusconi firmò nello studio di RaiUno e che non ha mai rispettato: «una sola misura è stata approvata: l'abolizione della tassa di successione. Tutte le altre – spiega Veltroni – non sono state onorate. Il contratto non è stato in nessun modo onorato». Vespa gli ricorda che Berlusconi si appella a una ricerca dell'università di Siena secondo la quale il Contratto è stato rispettato al 80%. «Io mi sono andato a vedere cosa dice l'università di Siena – spiega Veltroni – e dice una cosa del tutto diversa. Dice che l'80 per cento di quel contratto è stato trasformato in proposte di legge del governo, proposte che poi non sono state realizzate».

lunedì 7 aprile 2008

Causa campagna elettorale di frescacce...

Pare che Michele Boldrin, economista conservatore del sito "Noise From Amerika", si sia deciso a dare il voto contro. Contro Berlusconi.


RETTIFICA

Boldrin si limita la dichiarazione di voto per il Pdl, ma dichiara che non voterà nenache Pd.

venerdì 4 aprile 2008

Scommettiamo che?

Niente sondaggi, quindi non ci resta che guardare alle scommesse.
Oggi Berlusconi presidente è dato tra 1.22 e 1.33, mentre Veltroni paga tra 4 e 5.3.
Adesso lo possiamo dire con certezza: Veltroni contribuirebbe di più allo sviluppo economico dell'Italia.


giovedì 3 aprile 2008

Hungry World

Un fotografo, Peter Menzel, ha fatto un libro fotografico su quel che mangiano le famiglie del mondo.
Il Time ci ha fatto un articolo, che qui si può leggere in traduzione (via gennarocarotenuto.it)
Io mangerei volentieri dai Casales di Cuernavaca

mercoledì 2 aprile 2008

Una farsa alitaliana

Non ho mai, dico mai, amato Alitalia.
La sua vendita, per me, avrebbe rappresentato una grande successo del governo Prodi. Ma soprattutto, un grande successo per l'Italia.
La compagnia di bandiera è il simbolo di almeno metà dei mali atavici del nostro paese: assenza di responsabilità, vittoria degli interessi particolari su quelli generali, politica cinica e demagogica.

Il fallimento della trattativa con AirFrance non mi sorprende più di tanto: i sindacati hanno fatto meravigliosamente il loro lavoro, avendo trovato nelle dichiarazioni di Berlusconi una prospettiva assai attraente. I sindacati hanno detto no ad Alitalia perché sanno che se il PDL vincerà le elezioni la compagnia non fallirà affatto, ma sarà ceduta ad una cordata italiana messa su per l'occasione e ben finanziata, ancora una volta, dai soldi pubblici. E qualcosa mi dice che quella cordata di imprenditori straccioni contrarrà un grande debito morale con chi gli ha permesso di fare un buon affare.


Qualcosa non mi quaglia...

L'altro ieri mi sembrava di aver letto sul gionale:"Ora però punteremo su un maggiore contrasto all'evasione e all'elusione fiscale" (Corriere della Sera).

Oggi sempre sul Corriere si legge "SE TASSE ALTE, GIUSTA EVASIONE".

Allora dico: qualcosa non mi quaglia.

Che ci abbia fatto il pesce d'aprile?