L'esposizione del corpo del leader è diventata un'arma comune della lotta politica: i nostri politici ormai hanno una cura maniacale della loro immagine. Si vince trapiantandosi i capelli, tingendoseli, correndo a piedi ed in bicicletta.
Intendiamoci, non è una cosa nuova in senso assoluto.
Mussolini, per fare un esempio a noi vicino, aveva instaurato una specie di religione del suo corpo: i giornali spargevano a piene mani le leggende sulla sua prestanza di sportivo e lavoratore.
Ma nell'Italia del dopoguerra questo strapotere dell'immagine era scomparso, tornando con la cosiddetta seconda repubblica. Ma giocando con l'immagine i politici hanno aperto il vaso di Pandora, costringendosi alle pratiche più improbabili fino alla terza e quarta età. E rinforzando fino all'inverosimile la curiosità popolare per il corpo del leader. Le prove? Comprate una rivista "femminile" in esatate: se non trovate un politico in costume l'oste vi paga una bevuta.
Bè, pare che anche la Francia abbia ceduto a questa deriva: ma l'hanno fato con classe, non c'è che dire.