Ha confessato.
Era alle strette, ma ha avuto il coraggio di rompere l'ipocrisia che avvolge il ciclismo, quella per cui la frase "tutti si dopano" si può dire solo al bar. Anche se in fondo in fondo sappiamo tutti che é vera.
Ricorda un po' tangentopoli vero?
Tutti lo sanno che c'é qualcosa di marcio, ma nessuno lo può dire con certezza, e le pratiche illecite (là le tangenti, qui l'epo o le emotrasfusioni)rimangono quasi sempre impunite.
Non gettiamo la croce sulle spalle di Basso: ha sbagliato e deve essere condannato. Ma non ne facciamo un mostro. Speriamo anzi che la sua confessione sia utilizzata dal mondo del ciclismo per ripulirsi. Unico modo per riconquistare un briciolo di credibilità.
AGGIORNAMENTO 9/5/2007
Basso: "Mi volevo dopare". Questo sarebbe stato il titolo giusto del post. Ivan Basso ha smentito le ricorstruzioni dei giornalisti secoondo cui avrebbe ammesso l'uso del doping. La sua confessione si limita al tentativo di autoemotrasfusione programamto prima del Tour ma mai portato a termine. Bisogna constatare che i giornalisti sportivi avevano lavorato parecchio di fantasia. A questo punto ci rimane una domanda: da questa storia ne esce peggio Basso o i giornalisti?