martedì 31 luglio 2007

Tra Cesa ed il Procellum

Secondo una recente uscita del segretario dell'UDC Cesa, i parlamentari dovrebbero ricevere più soldi per avere la possibilità di portarsi la famiglia a Roma.
Lo scandalo non sta solo dove lo hanno notato Gramellini e gli altri politici, ma anche nella concezione del ruolo di parlamentare implicata dalla proposta di Cesa: una volta eletti, i parlamentari devono vivere a Roma, dimenticandosi dei territori dove sono stati eletti.
Effetti collaterali del Porcellum, che ha cancellato il rapporto tra elettori ed eletti.

lunedì 30 luglio 2007

Il tempo delle Mele

Mele, parlamentare dell'UDC e gran difensore dei valori cristiani, é stato beccato in un festino con due prostitute, una delle quali finita in ospedale per abuso di droga.
Ora ho finamente capito che la parola "Tromboni", di solito riservata a chi fa gran discorsi moralistici, ha un fantastico doppio senso.

AGGIORNAMENTO
Ottima l'intervista a la stampa.
Tra i passaggi più comici quello in cui l'onorevole Trombone dice "E che i parlamentari dell’Udc non fanno l’amore? Certo che mi riconosco nei valori cristiani ma che c’entrano questi con l’andare con una prostituta?"
Tra poco verrà a dirci che non c'é andato, ha solo impedito che fosse lapidata.

martedì 24 luglio 2007

Stai a vedere

Tra poco verrà fuori qualcuno a dire che il ciclismo é stato rovinato dall'antidoping.
Basta aspettare un po'...

lunedì 16 luglio 2007

Ridiamoci su

Stipendi da fame o giornalisti miserabili?

Titolo di Repubblica.it
"City car, tutte costruite in Europa dell'Est ma chi le fabbrica ha stipendi da fame
"
Nel testo dell'articolo, scritto da Vincenzo Borgomeo, prima si introduce l'espressione ripresa nel titolo, poi, subdolamente, la correzione "non è che Fiat, Opel e tutti gli altri colossi industriali europei sfruttino gli operai. Questi stipendi, nei rispettivi paesi, sono dignitosi".

Ma insomma: con quegli stipendi si mangia o no? E se gli stipendi sono dignitosi, nel senso che in quei paesi garatiscono un buon potere d'acquisto, non pensate che sarebbe invece Vincenzo Borgomeo a meritarsi uno stipendio miserabile, pari cioé alla sua professionalità?

mercoledì 11 luglio 2007

Pensioni: quanto rumore su nulla

Il dibattito italiano sulle pensioni e’ nel suo momento piu’ caldo, ma lo scontro politico e il dibattito mediatico si incentrano su temi francamente irrelevanti, come il famoso scalone.
Cerchiamo di riordinare le idee, per chiedere ai nostri politici che discutano delle cose realmente importanti per il paese.
Il sistema pensionistico italiano ha due grandi problemi da risolvere:
1. le pensioni di una larga fascia di pensionati sono troppo basse, e spesso non garantiscono una sopravvivenza tranquilla e dignitosa
2. anche con questo livello di pensioni, il sistema non e’ finanziariamente sostenibile e tutti noi rischiamo di rimanere senza pensione.

Sul punto numero uno, governo e sindacati si sono accordati, sembra con reciproca soddisfazione, aumentando le minime a circa 3.5 milioni di pensionati. I soldi li hanno trovati nel tesoretto, che a questo punto speriamo proprio sia strutturale...

E veniamo al secondo punto, l’insostenibilita’ finanziaria. Nel nostro sistema i lavoratori attuali pagano direttamente, attraverso i contributi mensili dalla loro busta paga, le pensioni dei pensionati (che a loro volta cosi’ hanno fatto per tutta la vita lavorativa). Siccome pero’ ci sono sempre meno giovani che pagano e piu’ anziani che ricevono, i contributi a carico dei lavoratori stanno diventando insostenibili. Si calcola che il tasso di equilibrio, cioe’ il contributo che ogni lavoratore dovrebbe versare perche’ tutte le pensioni siano pagate senza alcun intervento dello stato, sia intorno al 45% dello stipendio lordo (e peggiorera’ col tempo). In altre parole la meta’ della busta paga dovrebbe andare solo a contributi pensionistici. Nella realta’ lo Stato chiede un po’ meno, e mette la differenza alzando le tasse alla collettivita’ (tasse che pero’ sono gia’ le piu’ alte d’Europa).
Come se ne esce quindi? Ovviamente bisogna alzare l’eta’ pensionabile, come stanno facendo tutti gli altri paesi sviluppati e solo da noi si mette in discussione (oggi un cinquantasettenne che va in pensione puo’, per fortuna, sperare di vivere altri 25 anni, non altri 10 come quando il sistema fu creato). Poi, appunto, bisogna adeguare i pagamenti alle nuove aspettative di vita: per essere chiari, se la vita da pensionato e’ piu’ lunga e i soldi a disposizone sono gli stessi (in realta’ sono anche di meno) la pensione mensile deve essere piu’ bassa. Terzo, ma importantissimo, bisogna puntare sullo sviluppo delle pensioni integrative (private), che diano una somma aggiuntiva al pensionato per coprire la perdita di una parte della pensione pubblica.
Invece noi continuiamo a discutere di scalone, cioe’ di rendere ai cinquasettenni di oggi la tansizione ai 60 anni di eta’ pensionabile meno dolorosa. Problema che esiste, ci mancherebbe, ma che e’ anche abbastanza marginale. Non dovremmo pensare anche ai ventenni, ai quarantenni e ai settantenni?

sabato 7 luglio 2007

Si svegliano tutti, ora?

Marcello Pera dice si al referendum.

lastampa.it

venerdì 6 luglio 2007

Da Repubblica il via al referendum

da repubblica.it

L'EDITORIALE
Sì alla miccia del referendum
di EZIO MAURO

CON UN consenso difficilmente raggiungibile in tempi come questi, tutti i partiti rappresentati in Parlamento sono concordi nel definire un grave errore e addirittura una "porcata" la legge elettorale che ci ha portati al voto un anno fa, varata a colpi di maggioranza dalla destra nell'agonia del potere berlusconiano, per trarne un vantaggio di parte. Questa unanimità di giudizio su una materia così delicata, imporrebbe l'obbligo di comportamenti conseguenti, con l'assunzione di una precisa responsabilità a cambiare le regole elettorali, attraverso un metodo condiviso. Invece, nulla di tutto questo sta avvenendo. I partiti giudicano la legge che dà forma alla sovranità popolare un obbrobrio: ma non sono fino ad oggi in condizioni di cambiarla, con una pubblica e grave manifestazione di impotenza che è purtroppo sotto gli occhi di tutti.

Poiché si tratta di una regola fondamentale, che non deve essere scritta a colpi di maggioranza e contro l'opposizione del momento, la responsabilità di questa impotenza politica va ripartita in parti uguali tra la destra e la sinistra. Entrambi gli schieramenti sanno e dicono che la legge non funziona e distorce la governabilità. Entrambi sono paralizzati da veti interni e tentazioni velleitarie. Entrambi sono incapaci di presentare ai cittadini una posizione unitaria, da portare al confronto con l'altra parte politica. Hanno avuto tutto il tempo necessario per avviare un serio confronto, interno ed esterno, alla luce del sole. Ora, in qualche modo, il tempo sta scadendo.

Era giusto aspettare fino all'ultimo che la politica giocasse le sue carte, in quanto tocca al Parlamento fissare le regole del gioco: una democrazia funzionante e consapevole non scrive la sua legge elettorale attraverso un referendum abrogativo che porta a norme incomplete, ma nel confronto pubblico delle forze politiche alle Camere. Oggi, poiché non s'intravvede un bandolo legislativo, politico, di responsabilità, diciamo che è giusto avviare il referendum abrogativo della "porcata" fabbricata dalla destra, stimolando la raccolta delle firme. Anche dopo che il mezzo milione sarà raggiunto (siamo a 421 mila firme, mancano 18 giorni) sarà possibile modificare la legge per via parlamentare, se la politica saprà e vorrà farlo. Si accenda la miccia che porta al referendum, dunque. Per aiutare la politica a correggere un grave errore e soprattutto a fare la sua parte, visto che da sola non riesce.

giovedì 5 luglio 2007

Messaggi subliminali



L'avete firmato il referenudm?
Le informazioni che filtrano sulla proposta di legge elettorale elaborata da Bianco confermano il paradosso di un sistema irriformabile proprio perché ha bisogno di riforme...(a proposito, l'avete firmato il referendum?)
Siamo malati di "frazionismo", esistono mille partitini che dettano legge. Che poi é la legge della minoranza.
In tutto questo Bianco propone una specie di modello tedesco dove però lo sbarramento é al 4% ma per aggirarlo basta vincere nella miseria di tre collegi.
Mastella intanto ha ricattatto con grande successo tutti i partiti della maggioranza dicendo: "se passa il referendum faccio cadere il governo". E infatti nessun partito della maggioranza si sta spendendo per il referendum (l'avete già firmato, vero?).
Che palle, a volte, a tarda notte, dopo aver mangiato pesante, viene anche voglia di mandarli tutti affanculo.
A proposito...ce l'avete una penna, vero?

lunedì 2 luglio 2007

Farewell Dublino

Come da titolo.
Sigh.