domenica 25 giugno 2006

appunti d'Ucraina

Dal mio taccuino, arrivo a Kiev nella notte.

"Strade lunghe, larghe, monumentali.Dritte e monotone fino all'infinitoLl'asfalto luccica di un viscido arancione sotto la fila di lampioni marziali. Sono strade buone per enormi file di veicoli militari o per degli incubi dove tu scappi scappi a diritto e hai sempre qualcuno dietro. L'Unione Sovietica come me la facevano immaginare da piccolo".

La delegazione ufficiale italiana ai ministeri ucraini: tema all'ordine del giorni è lo scambio di opinioni sull'immigrazione ucraina in Italia.
"Ore dodici e trenta; il nostro interprete fa un colpo di mano, smette di tradurre e chiede di parlare in qualitá di presidente di un'associazione di immigrati ucraini. Bando ai discorsi politico-diplomatici, comincia a parlare dei problemi concreti dei suoi con
ttadini. Pochi consolati con staff ridotti, irriconoscbilitá dei titoli di studio e della patente, addirittura le salme che é troppo caro spedire in patria. Il sogno di ogni immigrato comune; raccontare i suoi casini di fronte ad un plotone di dirigenti ministeriali costretti ad ascoltare dal protocollo. Se questo non é dar voce a chi non ce l'ha..."

Retaggi del totalitarismo? (anche in Ucraina era così)

Esportare il lenzuolo

"Nelle ore fatali in cui l'Italia si batterà per Costituzione e Qualificazione (potrebbe essere l'embrione di un nuovo partito?) chi scrive continuerà la sua battaglia privata e del tutto irrilevante contro uno dei flagelli minori inflitti al mondo dalla peraltro civilissima nazione tedesca: il piumone d'oca. Dopo quasi tre settimane di nomadismo mondiale, rimbalzando da albergo ad albergo, da treno a aereo, da panino a panino, la mia personale battaglia contro questa diabolica invenzione che la Germania impone agli ospiti con teutonica pervicacia è quasi persa. A ogni mio tentativo di reintrodurre la civiltà del lenzuolino e della copertina, la polizia del piumone prontamente interviene per riportare l'oca sul letto, lasciando l'ospite nella scelta fra il dormire ignudo, offrendo a sé stesso spettacoli non entusiasmanti o fare la sauna nell'afa di questi giorni sotto un soffice manto concepito da popoli nordici per difendersi dal gelo. Come quel mammut del delizioso film di animazione "Il Disgelo" che era convinto di essere un furetto perché era cresciuto tra i furetti, così i tedeschi sono persuasi di essere una tribù nordica, anche quando si abbatte sulla valle del Reno il martello della calura umida estiva, oltre i 30 gradi.

Ho tentato di dormire con sovraccoperte, soltanto per vederle scomparire il giorno dopo, nascoste da inservienti stravolte al pensiero che qualcuno potesse usarle per dormirci sotto. Ho usato la fodera del piuminio, svuotata, come sacco senza pelo, ritrovandola alla sera prontamente reimbottita. Ho cercato di dormire tra il materasso e il coprimaterasso, combattendo con l'elastico che lo tiene fermo, impossibile. Inutile implorare il manager e la responsabile del piano per ottenere altre soluzioni. Il piumino non si discute, mancia o non mancia, si soffre.

Nell'attesa ansiosa di scoprire se domani, lunedì, l'Italia avrà avuto il coraggio di dire un doppio No all'Australia e a Calderoli, mi sono arreso. Ho acquistato un lenzuolo (azzurro, giuro) nel massimo grande magazzino del Paese, il KaDeWe di Berlino, che ora porto con me come una reliquia, per stendermelo sopra, evitando la ripugnante nudità e la soffocante imbottita.

Ma ogni mattina devo ricordarmi - vendetta della moglie lontana - di ripiegarlo e nasconderlo in valigia, rimettendo al suo posto il tormentoso piumino, prima che la cameriera faccia sparire quella vergogna che potrebbe corrompere generazioni di futuri viaggiatori, e soprattutto i bambini, dimostrando che il concetto modulare e democratico di lenzuolo, coperta, e coperta pesante se necessaria è infinitamente più astuto del "tutto o niente", del gela o friggi, imposto dall'odioso piumino.

Probabilmente non riuscirò a fare quello che neppure le legioni di Varo poterono fare e civilizzare la Germania che dorme, ma è tempo che un movimento di autentici liberali, di sinceri democratici armati di lenzuola e coperte, di neo-len fedeli al lenzuolo, marci sulla Vecchia MittelEuropa per rifare i letti e riportare la lenzuolocrazia, abbattendo l'odioso e totalitario regime del piumone".

(Vittorio Zucconi)
Repubblica.it

mercoledì 21 giugno 2006

Sottile allusione

Questo
uomo è il miglior politico d'Italia, senza dubbio.

mercoledì 14 giugno 2006

Viaggetto

un po' per lavoro e un po' per sport l'Oste se ne va in Ucraina fino a Domenica. Come al solito le previsioni del tempo non sono incoraggianti: dovrebbe piovere quattro giorni su quattro.
Vi lascio le chiavi dell'osteria: scrivete ciò che volete ma non fate troppa connfusione, eh?

lunedì 12 giugno 2006

Partite (universitarie) truccate

Proprio il fatto che questa sia presentata come una notizia edificante ci dà la misura dello squallore della mentalità italiana.
C'è un bravo giocatore di pallavolo che smette di giocare per fare un dottorato: ok, ok, l'attaccamento alla scienza è senz'altro commovente.
Il fatto è che il concorso di dottorato non c'è ancora stato, e lui parla come se già l'avesse vinto.
Anzi, lui sa già di averlo vinto.
E a nessuno sembra pazzesco.

Sono un privilegiato

In questo momento Prodi Parisi e D'Alema mi stanno invidiando. Schiattano proprio.
Loro hanno responsabilità di governo, io invece scrivo su un blog. La differenza?
Posso dire che i comunisti italiani mi hanno già rotto le palle.
Ma è possibile che si richieda il ritiro dall'Afghanistan sulla base del fatto che "Oggi l’Afghanistan è più pericoloso dell’Iraq, la coalizione americana controlla a malapena la capitale, tutto il resto è in mano ai signori della guerra. Karzai mi ricorda il governo fantoccio di Saigon prima della vittoria dei Viet-Cong. Che ci stiamo a fare noi lì?"
Magari a far si che i signori della guerra non prendano anche Kabul?

sabato 10 giugno 2006

E del conto...Me ne frego!

Pare che a Dalkey, Iralnda, esista una fascistissima pizzeria dove è possibile scegliere i seguenti piatti:
1. antipasto: bruschetta del Duce
2. piatto principale: pizza del camerata
3. contorno: insalata di Mussolini.
4. Dessert: panna cotta di Donna Rachele.

Pare che ci sia stata ua mia amica.

Via emiliapaoletti.it

mercoledì 7 giugno 2006

Come in un telefilm americano...

E' successo Sabato, tra le 15 e le 22. Precisamente nella via dove abito, all'altezza del numero 123. Il colpevole mi ha cocciato la macchina, e approfittando delle condizioni favorevoli è fuggito, sperando di far perdere le proprie tracce.
Dopo alcuni giorni ho diffuso un appello per cercare testimoni, ed ecco che...squilla il telefono.

Oste: "Pronto"
X: "E' lei...quello della macchina?"
Oste: "Si, mi dica"
X: "Io c'ero...è stato Pardini Giovanni (nome di fantasia). Era a bordo di una Uno bianca. Poi è scapato".
Oste: "Ma lei ha visto tutto?"
X: "Si, volevo fermarlo ma non ci sono riuscito".
Oste: "Ehm..testimonierebbe davanti al giudice di pace?"
X: "Io, ehm, io...sono una persona, ecco, conosciuta...Oste: "Quindi non uò dirmi il suo nome, immagino"
X: "No. Preferisco rimanere anonimo. Arrivederci."

Pezzo vecchio fa buon brodo

Secondo Alesina sono 15 anni che l'Italia è in declino: 17, se teniamo conto che questo l'ha scritto quasi due anni fa e il trend non si è ancora invertito.

Perché il calcio italiano fa così schifo?

Secondo Mattia Feltri perché è lo specchio dei nostri valori: si truccano le partite come si parcheggia in doppia fila.

Qualcuno meno pessimista?

giovedì 1 giugno 2006

Messa giù dura

Ha detto la Banca Mondiale che l'Italia di Prodi andava meglio di quella di Berlusconi.
Più correttamente, secondo una serie di indicatori della Banca Mondiale l'Italia ha recuperato credibilità economica dal 1996 al 1998 e ne ha perso dal 2002 al 2004.