giovedì 9 marzo 2006

editoriale Mieli: tutto ok

Caro Cocciolone,
io nell'editoriale (spintarella, come la chiami tu) di Mieli non ci trovo proprio nulla di male. Lascia che ti spieghi perche', rispondendo nello stesso tempo alle due domande che poni.
Se le parole di Mieli fossero state di segno opposto non si sarebbe scatenato proprio niente (salvo un po' di inevitabile malumore nelle file della sinistra), per il semplice fatto che Mieli e' un giornalista libero. Non e' a libro paga di Berlusconi ne' di Prodi, e' stato scelto da e risponde a azionisti privati (il gruppo RCS) che non sono parte in causa diretta nel dibattito politico: quindi puo' dire quello che vuole.
Nessuno si e' mai scandalizzato quando altri giornalisti liberi si sono dichiarati esplicitamente sulla politica: vedi Ferrara e Feltri che spesso hanno sostenuto Berlusconi e vedi Scalfari che invece su Repubblica lo attacca da anni. Ora, se dopo cinque anni di malgoverno, un giornalista esprime chiaramente la sua idea politica (precisando che e' un'opinione personale, e non quella di tutti gli editorialisti del Corriere), a me sembra perfettamente legittimo.
La gente grida allo scandalo e alla distorsione della democrazia quando i mezzi d'informazione controllati da una parte politica (per vincoli di proprieta' o di legge) smettono di essere indipendenti e diventano organi di propaganda. Ma finche' sono indipendenti, dicano quello che vogliono, fa solo bene alla democrazia.
E veniamo alla seconda domanda, dov'e finito il monopolio mediatico di Silvio? Ma nelle televisioni! I due giornali nazionali piu' importanti sono schierati a sinistra, ma alla mattina se tra tutti e due riescono a vendere un milione e mezzo di copie accendono un cero alla Madonna. La televisione (controllata al 90% da Silvio) la guardano praticamente tutti, 56 milioni di persone. Dimmi tu se non e' monopolio mediatico.....