Dal mio taccuino, arrivo a Kiev nella notte.
"Strade lunghe, larghe, monumentali.Dritte e monotone fino all'infinitoLl'asfalto luccica di un viscido arancione sotto la fila di lampioni marziali. Sono strade buone per enormi file di veicoli militari o per degli incubi dove tu scappi scappi a diritto e hai sempre qualcuno dietro. L'Unione Sovietica come me la facevano immaginare da piccolo".
La delegazione ufficiale italiana ai ministeri ucraini: tema all'ordine del giorni è lo scambio di opinioni sull'immigrazione ucraina in Italia.
"Ore dodici e trenta; il nostro interprete fa un colpo di mano, smette di tradurre e chiede di parlare in qualitá di presidente di un'associazione di immigrati ucraini. Bando ai discorsi politico-diplomatici, comincia a parlare dei problemi concreti dei suoi con
ttadini. Pochi consolati con staff ridotti, irriconoscbilitá dei titoli di studio e della patente, addirittura le salme che é troppo caro spedire in patria. Il sogno di ogni immigrato comune; raccontare i suoi casini di fronte ad un plotone di dirigenti ministeriali costretti ad ascoltare dal protocollo. Se questo non é dar voce a chi non ce l'ha..."