Dopo mesi dalle elezioni politiche, con il clima che si e' un po' rasserenato, mi sembra utile fare qualche considerazione sul sistema elettorale con cui abbiamo votato.
Se i sondaggisti sono usciti con le ossa rotte dalle elezioni del 2006 bisogna riconoscere agli esperti di sistemi elettorali che ci avevano preso: guardate un po' cosa scrisse Roberto D'Alimonte prima che la nuova legge elettorale fosse stata approvata:
"Chiunque vinca le prossime elezioni avrà a disposizione una maggioranza risicata, esposta ai condizionamenti di qualunque sua componente o di qualunque lobby parlamentare"
ed inoltre, parlando del Senato:
"Tra elettori che non votano per questa camera (i giovani tra i 18 e i 24 anni) e premi regionali, non è affatto certo che dall’elezione dei senatori esca la stessa maggioranza della Camera".
I limiti di questa legge elettorale sono tre:
1)da' molto potere di ricatto ai piccoli partiti
2)aumenta il rischio di maggioranze diverse nelle due camere
3)spezza alla radice ogni legame tra cittadini ed eletti
Non che Berlusconi non avesse buone ragioni per fare una porcata del genere: i piccoli partiti sono un problema che affligge piu' gravemente la sinistra, e dato che la sinistra stessa era in vantaggio nei sondaggi una legge elettorale che rendesse incerto il risultato e ingovernabile il paese era perfettamente razionale.
Ora si tratta di decidere due cose: come riformare il sistema elettorale e quando farlo.