Tempo fa ho fatto una domanda a Ivan Scalfarotto: gli istituti per minori dei paesi poveri sono pieni perché non ci sono abbastanza famiglie che li vogliono adottare o perché le procedure per l'adozione internazionale sono molto lunghe?
La domanda non era fatta a caso; in quei giorni si parlava della possibilità che le coppie gay potessero adottare e Scalfarotto portava due argomenti per affermare le ragioni de si: primo, perché i gay devono avere gli stessi diritti di tutti gli altri, secondo, perché esistono molti bambini che vivono in povertà e solitudine e darli in adozione alle coppie gay potrebbe migliorare la loro situazione.
Qualcuno di ricorderà che per via di quel dibattito nacque anche una polemica con Rosy Bindi, alias Mary Poppins.
La prima ragione di Ivan, lo riconoscerebbe anche un bambino, é inconsistente. La possibilità di adottare non é un diritto di nessuno, ci mancherebbe. E' il bambino, caso mai, che deve avere il diritto alla soluzione migliore per lui. Per dire, il mio vicino di casa che é solo e triste non ha certo il diritto di prendersi un bambino africano: si prenda un gatto se vuole compagnia. “E' necessario ricordare sempre che l'adozione internazionale- ricorda il Centro internazionale di coordinamento per i diritti del minore senza Famiglia di Ginevra -é soprattutto una misura di protezione del bambino secondo quanto stabilito nei documenti internazionali, in particolare nella Convenzione relativa ai diritti dell'infanzia, i cui principi devono essere rispettati in tutte le procedure di adozione, ad iniziare dal diritto del bambino di crescere innanzitutto nella sua famiglia di origine”
La seconda ragione di Ivan potrebbe invece avere un senso anche per chi ritiene che la situazione ottimale per i bambini sia di crescere con una mamma e un papà. Se questo non fosse possibile perché non ci sono abbastanza famiglie che vogliono adottare sarebbe logico estendere la facoltà di adottare ad un numero maggiore di soggetti, tutti quelli che si ritengono migliori di un istituto di un paese povero.
Oggi ho scoperto che questo non é assolutamente il caso. Gli istituti sono pieni perché la maggioranza dei bambini che ospitano non sono orfani (e quindi non sono giuridicamente adottabili), e perché anche quelli adottabili lo sono prima per le famiglie del paese di origine.
Il problema, caro Ivan, non si pone.