venerdì 17 febbraio 2006

Potrebbero fare di più ma non si applicano

Cari giornalisti italiani,
ora capiamoci bene: i sondaggi possono essere fatti per molti scopi, ma non vengono mai fatti per il bene dell’umanità. I sondaggi elettorali non si limitano a rivelare le intenzioni di voto degli elettori, ma le influenzano in due modi: inducono gli elettori della coalizione perdente a non andare a votare, e spingono alcuni indecisi a salire sul carro del probabile vincitore. Berlusconi lo sa, e siccome i sondaggi di Swg, Isp, Ipsos, Ipr e Abacus lo danno perdente ha commissionato un sondaggio alla Psb. E’ dovere professionale e morale dei giornalisti aiutare a capire l’autorevolezza delle fonti; ora, siccome non è obbligtorio che i giornalisti politici facciano corsi di metodologia della ricerca qualcuno ha scritto delle guide semplici semplici per aiutarli a distinguere un sondaggio serio da uno di propaganda. Vi traduco giusto una regola fondamentale: “I sondaggi privati fatti per una campagna elettorale sono spesso inadatti alla pubblicazione. Questi sondaggi sono condotti con l’unico scopo di aiutare il candidato a vincere, e per nessuna altra ragione. Il sondaggio può contenere delle domande truccate ed il campione può essere scelto in modo strano, tutto ciò per raggiungere un obiettivo tattico...Dato che l’obiettivo di un sondaggio del genere può non essere soltanto quello di capire cosa pensano gli elettori, i risultati dovrebbero essere riportati con grande cautela”.
Sul sito ufficiale dei sondaggi politici pubblicati in Italia si colgono due cose: il sondaggio della Psb è l’unico commissionato da un partito e non ci vogliono dire come hanno selezionato il campione. Insomma: che si ricorra a truffe di questo genere per vincere le elezioni è molto grave. Ma che i giornalisti non lo denuncino è un caso di frode dolosa.