lunedì 17 aprile 2006

Ancora sulle divisioni

Vorrei continuare a riflettere su quanto l'Italia sia davvero un paese diviso, che al di là delle notiziucole di questi giorni mi sembra il tema centrale per capire l'Italia di oggi e la sua politica.
mi sembra che si stiano delineando due risposte, una abbastanza ottimistica (vedi il post precedente) e una decisamente pessimistica.

Un paio di giorni fa D'Alema, intervistato dal Corriere della Sera, avanzava una tesi abbastanza simile a quella dell'oste: la polarizzazione non sarebbe tanto nella società ma nella classe politica. Ne consegue che questa divisione è, almeno in linea di principio, eliminabile.

Ieri è uscito un articolo di Scalfari che avanza una tesi opposta: il paese è davvero diviso e la materia del contendere non è una delle solite fratture sociali che hanno animato la politica dello scorso secolo. La divisione è tra chi si fida e chi non si fida dello stato.

...metà dell´Italia e forse anche più non si fida dello Stato. Quella è la vera questione di questo paese: non è la questione settentrionale e neppure quella meridionale, ma è la questione dello Stato. Gli italiani non se ne fidano.
Invece gli inglesi sì, i francesi sì, gli scandinavi sì, i tedeschi sì e anche gli olandesi, anche i belgi, anche gli austriaci. Del loro Stato si fidano. «My country». In Gran Bretagna, che è il paese più liberale del mondo, i cittadini si chiamano sudditi tanto è il rispetto che hanno del loro Stato.
Di quale nazionalità sei? Ti rispondono: Sono suddito inglese. Con orgoglio. Nello stesso modo, con lo steso orgoglio, un francese ti risponde che è cittadino francese.
Da noi non si usa, perché siamo stati per secoli colonia.
Vice-reame. Principato tributario dell´Impero. Oppure del re di Francia.
Oppure del re di Spagna. Oppure pedina e base della flotta inglese. Oppure il Papa, ma quella è un´altra faccenda ancora più complicata.
Lo Stato è il protagonista negativo della nostra storia nazionale. Lui ti vuole fregare e tu lo devi fregare.
Cercherai di ottenerne qualche favore, piccolo o grande che sia, ma non ti impegnerai mai con lui, ti impegnerai con chi cercherà di farti avere quel favore e tu apparterrai a lui. Farai parte della sua clientela. Innalzerai la sua bandiera. Non per scelta politica ma per fedeltà alla persona.
Eventualmente mascherata da ideologia.



Eugenio Scalfari