venerdì 28 aprile 2006

Ripensandoci...

Non per l’abrogazione della legge Biagi né per il ritiro delle truppe dall’Iraq, non per il proprio partito né per le proprie idee ma per se stesso – per ottenere, per se stesso, la presidenza della Camera – Fausto Bertinotti è arrivato a minacciare l’appoggio esterno di Rifondazione comunista al governo Prodi, appena vinte le elezioni per un soffio, con Berlusconi che ancora non riconosce la sconfitta e minaccia agguati di ogni sorta per farlo cadere. Così l’elegante Fausto Bertinotti, il coerente Fausto Bertinotti, il comunista perbene Fausto Bertinotti, elogiato persino dal direttore del Corriere della sera – in un celebre editoriale – per il suo limpido comportamento nell’estate delle “scalate bancarie (ed editoriali) del 2005”, quando non esitò a schierarsi contro il movimento cooperativo, ma a difesa degli interessi di Luca Cordero di Montezemolo. Verrebbe voglia di dirgliene tante, ma non ne vale la pena. Fausto Bertinotti è un politico coerente, elegante e perbene. D’accordo. Ma che almeno i suoi molteplici e variegati estimatori si mostrino altrettanto coerenti: quando passa Clemente Mastella, signori, giù il cappello.

da Leftwing.