Hanno destato scalpore le parole del Papa secondo cui l'olocausto sarebbe il frutto di un gruppo di criminali che ha ingannato il popolo tedesco.
Il peccato del Papa sarebbe quello di negare le colpe dei tedeschi, che secondo una recente e versione storiografica sarebbero stati ben lieti di poter massacrare qualche milione di ebrei. Nell'opinione dei critici addossando l'intera colpa ad Hitler ed ai gerarchi nazisti il Papa sottovaluta la dimensione collettiva della tremenda vergogna.
In realtà il discorso di Benedetto XVI non rivela l'ignoranza della storiagrafia ma una concezione decisamente elitista della politica.
Condivido il punto: dare la colpa ad un popolo non ha alcune senso. Intato le colpe sono sempre individuali. Magari di molti individui, ma mai collettive: altrimenti si cade nell'errore logico che porta al razzismo. E poi sono convinto cha anche oggi le elite riescano a manipolare le folle, le loro azioni, i loro pensieri e le loro coscienze. Ci hanno fatto digerire il diritto alla guerra preventiva e ci fanno chiamare danni collaterali le vittime innocenti di paesi che percepiamo come inferiori. Figurarsi che poteva fare Hitler negli anni 40.
Sul tema c'è un buon articolo di Filippo Facci ed altri su corriere e lastampa.it.
Sulla controversia storiografica si veda il "Goldhagen debate"