giovedì 11 maggio 2006

Giustizialisti da osteria

Le intercettazioni calcistiche che sono state pubblicate mi hanno fatto vergognare. Non di essere un mezzo tifoso Juventino ma della nostra indifferenza verso le ingiustizie e dello spirito partigiano che ci pervade.Per esempio Paolo Luti su LeftWing si lancia in una appassionata ma pretestuosa difesa di Moggi, che in realtà sarebbe un articolo contro i giustizialisti da bar sport. Va bene il garantismo, va bene la cautela, va bene, certo: ma vogliamo o no che sia fatta giustizia? Vogliamo che qualcuno accerti se ci sono state irregolarità anche ne campionato? Vogliamo vedere se la Juventus si merita qualche sonora punizione sportiva? Sembrare scafatissimi ad ogni porcheria è uno dei capi evergreen dell’abbigliamento italiano di classe, ma vogliamo capire che è il nostro più grande limite?
I tifosi della curva juventina si sono limitati a rispondere con dei cartelli: “La Triade non si tocca” o “Guariniello pezzo di m....”. E’ un riflesso condizionato. Non fanno lo stesso i sostenitori di un qualsivoglia partito italiano? Se pure il loro leader fosse condannato per un qualsiasi reato nessuno gli chiederebbe conto: basterebbe rispondere “giudici corrotti”.
Il folle periodo di Mani Pulite è stato diverso, ma è durato poco: oggi purtroppo, siamo ancora più scafati. E chi vuole giustizia è chiamato “giustizialista”.